E se la crisi facesse ripensare l'uso dell’auto in centro?

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E se la crisi facesse tornare l’auto in centro? Una cosa è certa: le abitudini degli italiani stanno cambiando. Non sappiamo, però, se in meglio o in peggio. Il covid-19 ci costringe a ripensare ad ogni aspetto della nostra vita, trasporti compresi. Gli stessi trasporti che hanno permesso al virus di passare da problema locale a catastrofe globale.⁣

Parola d’ordine: distanziamento sociale. La capienza dei mezzi pubblici viene ridotta per garantire il rispetto delle distanze e vengono introdotte nuove norme e regole. Ma chi farà rispettare queste regole? L’autista non può, deve guidare. I controllori costano troppo e le aziende di trasporti già lamentano l’insostenibilità dei costi a fronte di una ridotta capienza. Gli eventuali volontari della Protezione Civile non basterebbero. E quindi? Non resta che affidarsi all’autodisciplina dei singoli. C’è però chi non si fida. Ed ecco il trionfo dei mezzi privati.⁣

Per anni, e con grande fatica, le amministrazioni comunali hanno portato avanti piani di ristrutturazione urbana in ottica di costruire una mobilità sostenibile: prima aumentando i parcheggi a pagamento e ampliando le zone a traffico limitato, poi introducendo divieti per le autovetture più vecchie e inquinanti, fino alla svolta dei mezzi in sharing e incentivi green di ogni tipo. Oggi serve un nuovo piano, e chi non riesce a trovarlo in tempo, rischia di vanificare tutti questi sforzi.⁣

Partono quindi piani come quello di Milano 2020, in cui si annunciano 35 km di piste ciclabili in più. Oppure i bonus governativi per biciclette e monopattini per portare le persone ad usare mezzi alternativi a quelli tradizionali. Mezzi sostenibili e poco costosi certo, ma che vanno bene fin quando il tempo regge. Staremo a vedere se i nostri nuovi comportamenti ci riporteranno al vecchio mondo o se riusciremo a ridisegnarne uno nuovo.⁣


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Fonti:

articolo: https://bit.ly/2Ww0P8r

image: Freepik.com

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